Finanza alternativa e PMI

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Abbiamo sviluppato un approfondimento dedicato al tema dei finanziamenti innovativi per le imprese in collaborazione con Fondazione LINKS.

Partendo dalle peculiarità del tessuto economico e finanziario italiano, la seguente analisi fornisce una panoramica degli strumenti di finanza alternativa e della loro diffusione, anche alla luce del contesto attuale.

Creditsafe Italia
Links Foundation
Chapter 1

Panorama imprenditoriale e finanziario italiano

L'Italia è l’ottava economia al mondo con un PIL (Prodotto interno Lordo) nel 2018 di 1.754 Miliardi di € e la seconda manifattura d’Europa[1].

L’Italia, come in generale l’Europa, si caratterizza di un tessuto economico composto prevalentemente di realtà imprenditoriali medio piccole (PMI), che rappresentano il 99% del totale delle imprese (in Europa occupano circa 100 milioni di persone e generano più della metà del PIL)[2].

La definizione ufficiale dell’Unione Europea[3] di PMI identifica tre classi di impresa, distinte su parametri dimensionali:

  • Micro impresa: meno di 10 addetti, totale ricavi o totale attivo inferiore a 2 milioni €;
  • Piccola impresa: meno di 50 addetti, totale ricavi o totale attivo inferiore a 10 milioni €;
  • Media impresa: meno di 250 addetti, totale ricavi inferiore a 50 milioni € o totale attivo inferiore a 43 milioni €;

Con riferimento all'anno 2018[4], sotto il profilo dimensionale delle imprese l’Italia si caratterizza per una forte prevalenza di microimprese (3,6 milioni di unità) che rappresentano il 95% circa del totale. Il restante panorama si configura per il 4,5% (172 mila unità) di imprese Piccole, mentre solo lo 0,5% (19 mila unità) è composto di imprese di medie dimensioni. In totale le PMI generano il 66,9% del valore aggiunto dell’economia (escludendo il settore finanziario). Infine, solo lo 0,01% delle imprese è di grandi dimensioni.

L’Italia è caratterizzata da un sistema finanziario bancocentrico, ovvero un sistema le cui imprese fanno riferimento prevalentemente agli istituti di credito per soddisfare le proprie esigenze finanziarie invece di attingere direttamente al mercato dei capitali. Questa situazione è confermata dai dati dell’OCSE, i quali evidenziano come alla fine del 2018 il valore totale delle azioni italiane quotate era pari al 31% del Prodotto Interno Lordo, un valore nettamente inferiore a quello registrato in Germania (46%) e in Francia (88%)[5].

Peso percentuale di alcuni indicatori macroeconomici e finanziari dell’Italia rapportati al valore totale europeo.

Valori riferiti al 2018

Fonte: OECD Capital Market Review of Italy 2020

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Un mercato dei capitali sottosviluppato rappresenta un fattore di debolezza per l’economia. Nel 2016, la capitalizzazione delle aziende italiane (calcolata come peso del Patrimonio netto sul totale delle fonti) risultava del 36% per le quotate, valore che si riduce al 33% per le grandi imprese non quotate, fino a cadere al 26% per le PMI, evidenziando una sottocapitalizzazione del tessuto imprenditoriale del nostro paese.

Per il 9% delle PMI italiane la principale preoccupazione è rappresentata dall’accesso al credito (l’Italia è seconda solo alla Grecia su questo indicatore)[6].

L’Italia è la nazione europea le cui imprese sono più soggette al fenomeno dei ritardi nei pagamenti. Tali ritardi risultano essere prevalentemente di natura occasionale e non ricorrente, rendendo difficile programmare adeguate coperture finanziarie a medio/lungo termine per via dell’incertezza con cui si verificano e forzando il ricorso a strumenti di breve termine.

Percentuale di imprese che hanno riscontrato difficoltà nell’incasso dei pagamenti nel corso dell’ultimo semestre

Fonte: European Commission, Survey on the Access to Finance of Enterprises in the euro area – April to September 2019

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Questo è confermato dai dati della Commissione Europea, che rilevano come il 40% delle fonti di finanziamento delle imprese italiane sia rappresentato da strumenti di debito a breve termine, un rapporto significativamente più elevato rispetto ai peers europei (Spagna e Germania registrano un valore di circa il 30%)5

Su quali aspetti gestionali impatta il ritardo nei pagamenti?

Hanno risposto tutte le imprese che hanno vissuto difficoltà ricorrenti o occasionali nell’incasso dei pagamenti nel corso dell’ultimo semestre

Fonte: European Commission, Survey on the Access to Finance of Enterprises in the euro area – April to September 2019

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Il ritardo dei pagamenti ha un duplice impatto sul tessuto economico Italiano: da un lato causa ulteriori ritardi a cascata lungo la filiera produttiva, posticipando eventuali assunzioni e rallentando le attività produttive dall’altro, determina una contrazione degli investimenti orientati alla crescita e aumentano la vulnerabilità dei settori non finanziari ad eventuali shock macroeconomici.

Chapter 1

Finanza alternativa

Visto il quadro imprenditoriale e finanziario italiano, le soluzioni di finanza alternativa possono impattare positivamente sul nostro sistema economico, aiutando le PMI a reperire liquidità in tempi brevi, con pochi oneri burocratici.

La finanza alternativa aiuta le PMI a reperire liquidità in tempi brevi, con pochi oneri burocratici.

L’accesso al credito per le PMI rimane un tema spinoso in Italia: il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) nella sua indagine annuale (2019) posiziona il Bel Paese al 19° posto in Europa sotto questo punto di analisi, in retrocessione rispetto alla precedente 17° piazza [7]. La difficoltà nell’accesso al credito contribuisce ad aumentare il numero di PMI potenzialmente vulnerabili finanziariamente (ovvero che riscontrano una diminuzione di ricavi e profitti contestualmente all’incremento del debito e degli interessi finanziari) riscontrate essere in Italia più del 7% del totale, rispetto ad una media europea del 3%.

In questo contesto, nuove vie per ottenere risorse finanziarie ricevono un’accoglienza molto favorevole dall’ecosistema imprenditoriale. Gli strumenti di finanza alternativa si inseriscono sul mercato proponendo l’accesso al credito in tempi brevi e con modalità molto più flessibili rispetto alle soluzioni di finanza tradizionale, strutturati per non contemplare la necessità di ingenti sforzi documentali e burocratici. Inoltre, l'ingresso di nuovi operatori sul mercato determina l’incremento della competizione, dunque contribuisce a ridurre il costo del capitale preso a debito per le imprese.

Ma cosa si intende per finanza alternativa? La finanza alternativa si riferisce a tutti quei canali e quegli strumenti finanziari non compresi all’interno dei sistemi bancari e dei mercati dei capitali tradizionali (per l’Italia). Spesso le soluzioni di finanza alternative sono basate su modelli di disintermediazione abilitati dalla tecnologia ICT, quali le piattaforme digitali o le DLT (ad esempio, la Blockchain).

La finanza alternativa si conferma essere un fenomeno in forte crescita. Nel 2018 il volume di mercato a livello europeo (incluso il Regno Unito) ha raggiunto il valore di $ 18.100 milioni, con una crescita del 52% rispetto l’anno precedente. Il Regno Unito rappresenta la nazione europea dove il fenomeno della finanza alternativa risulta maggiormente affermato, con un peso sul valore del mercato europeo del 30% al 2018.

Nello stesso anno l’Italia si posiziona quarta, dopo Germania (7,1%) e Francia (5,2%), attestandosi al 2,9% del mercato europeo [8].

Il mercato della Finanza Alternativa in Europa

Fonte: The Global Alternative Finance Market Benchmarking Report - Cambridge Centre for Alternative Finance - Aprile 2020

Note: la fonte include tra gli strumenti di finanza alternativa elementi diversi rispetto quelli indicati nel corrente documento.

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Il mercato della Finanza Alternativa per aree geografiche ($B)

Evoluzione e previsioni al 2023

Fonte: Rapporto annuale di KPMG realizzato in collaborazione con il Financement Participatif France (FPF), 2019

Note: la fonte include tra gli strumenti di finanza alternativa elementi diversi rispetto quelli indicati nel corrente documento

 


La finanza alternativa non è solo un fenomeno rilevante nel vecchio continente, sta riscuotendo una considerevole diffusione anche a livello globale: nel 2018 il valore totale del mercato ha raggiunto i 300 miliardi di $, distribuito per il 75% in Cina e per il 19% negli Stati Uniti, mentre l’Europa rappresenta solo il 6% (di cui il 60% riferibile al Regno Unito) [9].

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Confronto tra gli strumenti di Finanza Alternativa

Fonte: ItaliaFintech - Emergenza Covid-19: misure a sostegno della liquidità

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Strumenti di Finanza Alternativa in Italia

Fonte: Osservatori Entrepreneurship Finance & Innovation

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Sebbene l’utilizzo degli strumenti della finanza alternativa risulti essere ancora esiguo rispetto al mercato finanziario tradizionale, si registra in Italia una tendenza in forte crescita negli ultimi anni.  

L’ammontare di risorse finanziarie erogate alle imprese italiane attraverso strumenti di finanza alternativa, da luglio 2019 a giugno 2020, è stato pari a 2,67 miliardi di €. Nei primi 9 mesi del 2020 le richieste di finanziamento alle piattaforme sono aumentate di 4,5 volte rispetto al 2019[10].

Vantaggi della Finanza Alternativa

Perché le soluzioni di finanza alternativa risultano essere efficaci per le imprese?

Fonte: ItaliaFintech - Emergenza Covid-19: misure a sostegno della liquidità

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Chapter 1

L’effetto Covid-19 e le risposte digitali alle esigenze finanziarie

A causa dell’emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione del COVID-19 si è generato un forte deterioramento del contesto economico italiano. Il blocco o le limitazioni delle attività operative durante i periodi di lockdown hanno generato effetti negativi quali la contrazione del PIL (-8,9% nel 2020 secondo l’ISTAT) e la riduzione di 1,7 punti percentuali del numero di occupati, pari a -390 mila unità tra novembre 2019 e novembre 2020 (ISTAT), diminuiti nonostante le disposizioni dell‘esecutivo in favore del blocco dei licenziamenti. Secondo il rapporto SAFE condotto dalla Banca Centrale Europea (BCE), sia i ricavi che i profitti sono previsti in contrazione per il 56%[11] delle PMI italiane.

Nel 2020 si assisterà ad un calo dei fatturati e della redditività per il 56% delle imprese.

Per far fronte alla crisi causata dalla pandemia, le PMI nostrane hanno applicato contromisure simili a quelle attuate per contrastare la crisi finanziaria del 2008/2009, ricercando la riduzione dei costi operativi, come l’acquisto delle materie prime (diventate superflue, vista la decisa contrazione delle vendite) e il costo del lavoro, sfruttando le misure statali disponibili come la Cassa Integrazione guadagni (Cig) o il Fondo integrazione salariale (Fis).

L'impatto della pandemia si è riscontrato anche sulla propensione all’imprenditorialità (visto l’aumento del rischio d’impresa). Secondo i dati di Creditsafe, le nuove imprese costituite durante il 2020 sono risultate circa 287.000, in calo del 18% rispetto le costituzioni del 2019 (352.000).

Natalità delle imprese

Nuove imprese costituite nell’anno

-18,49% di nuove imprese nel 2020 rispetto al 2019

Fonte: Creditsafe

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La contrazione della natalità delle imprese non ha colpito in modo uniforme tutti i settori: tra quelli maggiormente sviluppati, la contrazione del 34% registrato per la manifattura non supera il drastico -49% per le attività di servizi di alloggio e ristorazione né rispettivamente il -48% delle attività di sanità e assistenza sociale o il -43% delle attività artistiche, sportive e di intrattenimento.

A livello geografico, si riscontra una maggiore resilienza delle regioni del sud Italia, dove la contrazione della natalità è risultata in media del 17%, mentre Marche e Liguria registrano i valori più alti, rispettivamente del 24 e del 23%.

Il periodo di contrazione economica causato dalla pandemia ha come conseguenza logica il deterioramento della situazione finanziaria delle imprese.

Il crollo globale della domanda ha infatti innescato sin dalle prime fasi della pandemia una riduzione dei flussi di cassa in entrata, spingendo le imprese verso una crisi di liquidità. Da un’indagine su 1,38 milioni di imprese svolta nel mese di agosto 2020, ben 780 mila (circa il 56% del campione) avrebbero riscontrato problemi di liquidità nei successivi sei mesi (dato in linea con i riscontri dell’indagine SAFE svolta da ECB)[12].

Problemi di liquidità delle imprese

Secondo il settore di appartenenza

Fonte: Sistema Excelsior, riferito al periodo giugno/luglio 2020

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Per fronteggiare le difficoltà finanziarie, molte imprese hanno rivisto l’abituale ricorso alle fonti di finanziamento. Secondo le evidenze del sondaggio ISTAT di maggio 2020 rivolto alle imprese italiane con almeno 3 addetti, queste hanno tralasciato il consueto ricorso all’autofinanziamento come fonte finanziaria primaria per far fronte alle proprie esigenze di liquidità (vi ricorrevano il 73,4% delle imprese nel 2018, solo il 29,1 nel 2020), spingendole ad affidarsi maggiormente a fonti esterne, sia quelle tradizionali, come il credito bancario (cui vi ricorrono il 71,4% nel 2020, rispetto al 44,2% del 2018) o il credito commerciale (cui vi ricorrono il 41% delle imprese nel 2020 rispetto al 16,8% del 2018), sia quelle più evolute, quali la finanza alternativa (cui ricorrono nel 2020 il 7,1% rispetto lo 0,1% del 2018)[13].

Forme di finanziamento/strumenti di risposta alla crisi Covid-19

Fonte: dati rilevazione del sistema Excelsior, realizzata tra il 22 giugno e il 6 luglio

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L'impegno da parte del governo a supporto dell'economia, attraverso le misure introdotte nel Decreto-legge liquidità ha ulteriormente contribuito alla diffusione degli strumenti di finanza alternativa. Molti operatori del settore hanno potuto loro stessi aderire allo strumento del fondo di garanzia, agevolando ulteriormente la loro capacità di erogare finanziamenti diretti alle imprese e generando un circolo virtuoso.

Sostenuta anche dalla spinta regolatoria, la finanza alternativa sta dunque vivendo una crescita eccezionale. Nell’ultimo anno, da luglio 2019 a giugno 2020, il valore degli strumenti di finanza alternativa utilizzati è cresciuto dai € 2,56 ai € 2,67 miliardi, con una crescita (anno su anno) pari al 4%[14]. Escludendo la categoria del Private Equity/Venture Capital, categoria di finanza alternativa che risulta ciclica ed ha ragionevolmente subito una battuta d’arresto nel periodo, gli altri strumenti hanno vissuto una crescita significativa, arrivata al 29,8% nel periodo considerato. 

Diffusione degli strumenti di Finanza Alternativa in Italia

Fonte: Unioncamere – Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale

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L’Invoice trading

È in atto un cambiamento di paradigma: un paese bancocentrico per tradizione si sposta verso forme di finanziamento alternative.

Il contesto finanziario italiano vede criticità finanziarie importanti per le imprese: dai frequenti ritardi nei pagamenti alle difficoltà per l’accesso al credito, ad un mercato dei capitali sottosviluppato. Questo scenario, aggravato dalle tensioni economiche generate dalla pandemia Covid-19, vede ora in atto una crisi della liquidità che spinge le aziende alla ricerca di soluzioni a supporto della propria solvibilità nella supply chain finance, con particolare attenzione verso gli strumenti innovativi al riguardo.

Il mercato potenziale della supply chain finance (SCF) in Italia vale € 483 miliardi (2020) ma solo il 31% di questo è attualmente servito da soluzioni che consentono alle imprese di finanziare il capitale circolante facendo leva sul ruolo e le relazioni della filiera, per un valore di circa € 150 miliardi[15].

Tra i canali di finanziamento alternativi della SCF, i dati evidenziano un particolare aumento del ricorso all’invoice trading (strumento per lo smobilizzo delle fatture commerciali attraverso piattaforme digitali).

Nel 2017, il volume di mercato dell’invoice trading ha raggiunto il valore di € 536 milioni in Italia, segnando un incremento del 113% rispetto l’anno precedente. Il trend si conferma in forte crescita: nel solo primo semestre 2019 il valore delle fatture cedute attraverso l’invoice trading ha raggiunto i € 535 milioni, pari a quasi 3/4 dell’intero 2018 (€ 764 milioni totali). Per l’intero 2019 si è infine raggiunto il valore di € 1,4 miliardi di euro[16]. Tra il 2017 ed il 2019 il mercato dell’invoice trading è cresciuto di quasi 2,6 volte, registrando nell’intero periodo una crescita media annua del 62%.

Mercato dell’Invoice Trading in Italia (Euro/Mln)

Fonte: p2plendingitalia.com

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Il funzionamento dell'invoice trading e i modelli di business

L’invoice trading nasce dal connubio tra finanza e tecnologia e permette la gestione on-line del tradizionale sistema di anticipo delle fatture commerciali. Questo strumento permette alle imprese di smobilizzare dei crediti e renderli liquidi attraverso la vendita ad un intermediario. Le principali differenze rispetto ai metodi tradizionali sono i seguenti:

  • Flessibilità, possibilità di cedere puntualmente ogni fattura;
  • Online, procedimento interamente effettuato da remoto;
  • Velocità nel riscontro (in giornata accettazione, entro circa 48 ore erogazione dell’anticipo);

Il trading di fatture è un tipo di finanziamento che coinvolge, da un lato, le aziende che vendono le proprie fatture non ancora riscosse e, dall’altro, investitori che acquistano le stesse attraverso una piattaforma online.

Agli investitori che acquistano la fattura viene riconosciuto un rendimento pari alla differenza tra il valore totale del saldo della fattura commerciale ed il prezzo di acquisizione della stessa. Attraverso la piattaforma, l’investitore anticipa entro 48 ore l’85-90% del valore della fattura all’impresa. Il rischio dell’operazione viene generalmente sopportato dall’investitore (pro soluto) che a sua volta avrà una propria copertura per sopportare il danno residuale in caso di mancato pagamento della fattura. La differenza rispetto al saldo sarà trattenuto in forma di garanzia e poi liquidato al momento dell’effettiva scadenza della fattura, al netto della remunerazione dell’investitore.

Funzionamento dell’Invoice Trading

Fonte: https://italiancrowdfunding.it/invoice-trading-cose-e-come-funziona

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La crisi determinata dalla pandemia di Covid-19 ha incrementato il flusso delle richieste di liquidità da parte delle imprese verso l’invoice trading, sia per la percezione di un maggiore rischio di insolvenza dei debitori, sia per la reale necessità di cassa immediata. A conferma, le rilevazioni dell’European Payment Report (Intrum) segnala come a livello europeo, ben il 35% delle aziende nel corso del 2020 ha accettato tempi più lunghi per il pagamento delle fatture[17].

Lo strumento dell’invoice trading apre inoltre opportunità interessanti per gli operatori finanziari specializzati. Per questi soggetti, il ciclo di investimento è molto più breve: si trattano fatture commerciali a scadenza in media a 3-4 mesi, che vengono spesso utilizzate come sottostante per operazioni di cartolarizzazione.

Le piattaforme di invoice trading offrono i propri servizi attraverso differenti modelli, mantenendo come elemento comune il processo di valutazione di solvibilità, della posizione creditizia e quindi il calcolo di un rating da parte della piattaforma[18].

Modelli di business

Fonte: Osservatori Entrepreneurship Finance & Innovation – 3° quaderno di ricerca, La finanza alternativa per le PMI in Italia

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Alcuni operatori offrono i propri servizi con il modello del marketplace altri invece propongono l’acquisto diretto della fattura.

Nel modello del marketplace, l’operatore si pone come intermediario, facilitando l’incontro tra le imprese interessate a smobilizzare la fattura e gli investitori. In questo modello è l’operatore che aiuta l’impresa ad identificare il valore del credito da cedere e la propone ai possibili acquirenti direttamente o attraverso la realizzazione di un’asta competitiva.

Viceversa, nel modello dell’acquisto diretto è l’operatore che propone la quotazione del credito all’impresa. Una volta acquisiti i crediti, questi vengono poi ceduti successivamente attraverso operazioni di cartolarizzazione ed immessi sul mercato dei capitali.

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Chi è Links Foundation

Links Foundation

LINKS è nata con l’obiettivo di favorire la crescita tecnologica ed economica, aumentare la competitività dell’ecosistema e valorizzare la proprietà intellettuale, asset generato direttamente dalla ricerca universitaria. Lavoriamo quotidianamente per creare connessioni tra mondo della ricerca, start-up, imprese, Pubbliche Amministrazioni e cittadini. Mettiamo in campo strumenti professionali e finanziari per aiutare il processo di sviluppo dell'innovazione. Siamo le persone da chiamare per proteggere, valorizzare e commercializzare la proprietà intellettuale. Partendo da Torino, ma con uno sguardo globale.

Sito Web: http://linksfoundation.com/

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Fonti

[1] Fonte: “Pil 2018, l’Istat rivede al ribasso le stime del governo. Record per il debito pubblico”, La Repubblica – 01 Marzo 2019

[2] Fonte: “Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs: Entrepreneurship and Small and medium-sized enterprises (SMEs)” – Commissione Europea - https://ec.europa.eu/growth/smes_en

[3] Fonte: “Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs: SME definition” – Commissione Europea. https://ec.europa.eu/growth/smes/sme-definition_en

[4] Fonte: dati Eurostat - 2019 SBA Fact Sheet Italy - https://ec.europa.eu/docsroom/documents/38662/attachments/16/translations/en/renditions/native

[5] Fonte: “Improving Italy’s capital market will boost growth opportunities for Italian companies and savers” – OCSE 

[6] Fonte: Survey on the Access to Finance of Enterprises in the euro area – April to September 2019 – Novembre 2019, European Central Bank

[7] Fonte: SME Access to Finance Index -  FEI

[8] Fonte: The global alternative market benchmarking – Cambridge Centre for Alternative Finance – Aprile 2020

[9] The Global Alternative Finance Market Benchmarking Report, 2020 – Rapporto Annuale di KPMG realizzato in collaborazione con il Financement Participatif France (FPF)

[10] Fonte: Osservatori Entrepreneurship Finance & Innovation – 3° Quaderno di ricerca, La finanza alternativa per le PMI in Italia

[11] Fonte: Annual Survey on the Access to Finance of Enterprises 2020, European Commission.

[12] Fonte: dati rilevazione del sistema Excelsior, realizzata tra il 22 giugno e il 6 luglio. Sole24Ore, “Allarme liquidità post Covid per quasi sei imprese su dieci” – 22 Agosto 2020

[13] Fonte: Istat - Il finanziamento delle imprese nell’emergenza. Elaborazione su dati Istat (MPS 2019 e Indavinge Covid - effetti sulle imprese 2020)

[14] Fonte: dati dell'Osservatorio sulla Finanza Alternativa redatto dal Politecnico di Milano (luglio 2019/luglio 2020)

[15] Fonte: dati Osservatorio Politecnico di Milano, ricerca annuale 2020 – “Supply Chain Finance: level up!”

[16] Fonte: P2P Lending Italia, 2020

[17] Fonte: European Payment Report 2020 di Intrum

[18] Fonte: Osservatori Entrepreneurship Finance & Innovation – 3° Quaderno di ricerca, La finanza alternativa per le PMI in Italia