Lo “Tsunami” del Covid ha messo a dura prova l’economia contemporanea stressando particolarmente la capacità di resilienza di imprese e operatori del mercato.
Il crollo generale della domanda ha generato una riduzione dei flussi di cassa in entrata, impattando direttamente e negativamente sulla capacità di pagamento delle imprese e spingendo queste ultime verso una crisi di liquidità, generando consistenti ritardi di pagamento nel canale B2B.
A conclusione del primo trimestre 2021 si è registrato un drastico peggioramento delle abitudini di pagamento per quasi 2 fatture su 3.
Nell'affrontare la crisi, da un lato, l’infrastruttura finanziaria e bancaria si era già mossa per tutelarsi, dall’altro è stato necessario fornire strumenti che dessero “ossigeno” e mitigassero gli impatti della crisi sulla liquidità di micro-PMI e imprese.
A tal proposito, nel pieno dell’emergenza Covid, il Governo ha emanato una serie di misure con degli obiettivi specifici: garantire il più possibile la continuità del business ed evitarne il deterioramento finanziario, aiutandone i flussi di cassa; l’effetto degli interventi sembra aver influenzato anche i pagamenti commerciali nel secondo semestre del 2021.
Nel periodo intercorso tra aprile e giugno 2021, il 39% delle fatture commerciali è stato pagato in ritardo; dato in decrescita di 19 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2021 (57%).
Il ritardo medio di pagamento (RMP – i giorni che mediamente intercorrono tra lo scadere di una fattura ed il suo saldo) è di 36 giorni.