L'impatto dell'attuale emergenza sanitaria sull'economia dei brand in tutto il mondo

In che modo i business-model delle grandi imprese si sono adattati alla recente crisi?

L’attuale situazione di emergenza ha assestato un duro colpo al mondo degli affari, richiedendo una forte attitudine alla resilienza per tutte le tipologie di attività e generando immediate ripercussioni su quei settori considerati come i pilastri dell’economia globale.

Da FCA a General Motors, passando per Tesla, Renault, Volkswagen e Audi, la chiusura temporanea degli stabilimenti produttivi cinesi, infatti, ha causato forti rallentamenti nella produzione dei più noti brand dell’Automotive.

Anche Apple, noto marchio dell’elettronica, ha dovuto fare i conti con la chiusura della filiera produttiva dei suoi partner cinesi Foxconn e Pegatron, per poi chiudere tutti i suoi negozi al dettaglio, generando una perdita sulle vendite stimate del -61% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il suo titolo in borsa ha subito un vero e proprio downgrade. Il 16 febbraio, il titolo Apple aveva raggiunto il prezzo di chiusura più alto di tutti i tempi a 327,20 dollari, contro i 247 dollari del 17 marzo, ovvero il 25% in meno.

Nel mondo del Luxury, dove il core-business del settore è legato alla vendita dei prodotti nella modalità offline, il problema principale è stato quello legato alla chiusura della maggior parte dei punti vendita nel mercato con il più grande tasso di crescita al mondo, ovvero quello Cinese.

Capri Holdings, azienda controllante e detentrice dei marchi Versace, Jimmy Choo e Michael Kors, ha effettuato la chiusura di 150 negozi in Cina. La stima sui mancati introiti ammonta ad oltre 100 milioni di dollari in questo trimestre.

Un altro esempio emblematico è rappresentato da Adidas, che si stima abbia perso l’85% delle vendite nella «Grande Cina», una delle aree geografiche più profittevoli per il gruppo.

Se da un lato si sta assistendo alla crisi dei vecchi modelli di business, dall’altro lato, invece, si sta assistendo ad una vera e propria crescita da parte di attività emergenti, che ponendosi come supporto nel superare questo periodo vedono aumentare i propri risultati.

Il cambiamento radicale nelle nostre vite sociali come effetto della misura preventiva all’espansione del Covid-19, dal un punto di vista della sociologia dei consumi ha creato nuove abitudini nelle persone generando, quindi, nuove esigenze di prodotti e servizi.

Alcuni modelli di impresa hanno saputo cogliere queste nuove esigenze e hanno saputo trasformare le condizioni legislative attuali in un punto di forza. Basti pensare all’attuale condizione del settore della ristorazione. In Italia l'unico sistema per i ristoranti per continuare a restare aperti è quello di optare per il take away. Questa condizione ha permesso di farsi largo ad attività economiche emergenti, come quelli di Food Delivery. Ma non è tutto.

In aumento sono anche gli iscritti alle piattaforme di streaming, con Netflix su tutte. Secondo Statista, autorevole piattaforma web per la statistica, le entrate per l’anno 2020 nel mondo dello streaming ammonterebbero a 25, 9 miliardi di dollari, ovvero il 4,1% in più rispetto all’anno precedente.

Inoltre, la modalità di lavoro agile e l’uso intensivo delle tecnologie hanno ulteriormente allargato il bacino di utenza dei servizi per lo smartworking (Zoom, Slack, Skype) e delle piattaforme di e-learning.

L’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia non si potrà misurare unicamente in termini di perdite finanziarie ma soprattutto in termini di rivoluzione culturale, tra i vecchi modelli di business e quelli emergenti.

 

 

 

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  • Coronavirus, Fca e Gm riprendono le attività in Cina. Adidas, crollano le vendite (-85%) - 19 Febbraio 2020 – Il Sole24Ore
  • 5 business colpiti dal Coronavirus e 5 che potrebbero guadagnarci – 12 marzo 2020 – Ninja Marketing

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