Cambiamento climatico: il ruolo dell'Accordo di Parigi

Cambiamento climatico: l'Accordo di Parigi

4 Min.
07/02/2023
Chapter 1

Che cos'è l'Accordo di Parigi e il suo ruolo per il cambiamento climatico

L'Accordo di Parigi è un trattato internazionale che mira a limitare l'impatto negativo del cambiamento climatico del nostro pianeta. L'Accordo è stato sottoscritto da 195 paesi nel dicembre 2015 durante la Conferenza sul clima (COP21) delle Nazioni Unite (ONU) a Parigi.

È importante notare che, nonostante l'ampio sostegno, ci sono ancora alcuni paesi che non hanno ratificato l'Accordo di Parigi o che hanno annunciato l'intenzione di uscirne, come gli Stati Uniti nel 2017 sotto l’amministrazione Trump, per poi rientrare con l’attuale presidente Biden. Tuttavia, la maggior parte dei paesi ha continuato a lavorare per implementare gli impegni climatici previsti dall'Accordo e a promuovere un'azione climatica globale più ambiziosa.

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Obiettivi dell'Accordo di Parigi e il ruolo nel mutamento climatico

L'obiettivo principale dell'Accordo di Parigi è mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli preindustriali (1850-1900) e perseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C. Questo obiettivo, suggerito dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), è stato stabilito per prevenire gli effetti negativi del riscaldamento globale sulla salute umana, l'economia e l'ambiente, in linea con i criteti ESG; nel dettaglio, lo scopo è di evitare riduzioni della produzione agricola, la diffusione di malattie trasmesse da vettori, l’aumento di eventi critici (come alluvioni, siccità, incendi, stress idrico). In figura 1 una fotografia della situazione attuale della temperatura e delle previsioni basate su diversi scenari.

Per raggiungere questi traguardi, ogni paese che ha sottoscritto l'accordo deve presentare il Contributo Determinato a livello Nazionale (NDC) che descriva il programma di riduzione delle proprie emissioni di gas serra, come l'anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) e l'ossido di azoto (NOx). Questi piani sono sottoposti a revisione periodica per verificare che i paesi stiano effettivamente adempiendo rispetto ai loro obiettivi climatici. Ad esempio, l’NDC europeo presenta come obiettivi la riduzione del 55% dei gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 ed essere carbon neutral entro il 2050 (Figura 2), come stabilito anche dal Green Deal Europeo.

In Figura 34 invece è possibile identificare gli impegni presi da alcuni paesi firmatari che riguardano la neutralità climatica. 

Nella figura sottostante, invece, è possibile identificare gli impegni presi da alcuni paesi firmatari che riguardano la neutralità climatica.

Inoltre, l'Accordo di Parigi mira a rafforzare la cooperazione internazionale per affrontare le sfide del cambiamento climatico e a sostenere i paesi in via di sviluppo nella loro transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. 

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Le caratteristiche dell'Accordo di Parigi per mitigare il degrado climatico

L’Accordo presenta le seguenti caratteristiche: 

  • passaggio da un “modello regolatorio”, come il Protocollo di Kyoto, a un “modello catalitico e facilitatore”, favorito dalla partecipazione alla Cop21 di attori non statali
  • approccio multilevel, assenza di riferimenti a Kyoto come la divisione degli obiettivi tra stati sviluppati e in via di sviluppo
  • sistema di pledge and review (impegno e revisione) composto dalle voluntary country pledges - impegni volontari stabiliti singolarmente dai singoli paesi - e dalle global stocktake, scadenze temporali in cui vengono revisionati gli impegni presi a partire dal 2023
  • assenza di clausola vincolante e sanzioni in caso di inadempienza
  • sistema di monitoraggio (trasparency framework)
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Instabilità climatica: il meccanismo di finanziamento dell'Accordo di Parigi

L'Accordo di Parigi ha istituito anche un meccanismo di finanziamento per sostenere i paesi in via di sviluppo nella loro transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Questo comprende finanziamenti pubblici e privati, nonché la creazione di mercati del carbonio in grado di incentivare la riduzione delle emissioni, come l’Emission Trading System (ETS) europeo.

Il meccanismo di finanziamento è stato stabilito con l'obiettivo di raggiungere un flusso di 100 miliardi di dollari entro il 2020 da parte dei paesi sviluppati ai paesi in via di sviluppo. Questo finanziamento è destinato a sostenere e promuovere iniziative volte a mitigare le emissioni di gas serra e adattarsi ai cambiamenti climatici.

Esistono diverse fonti di finanziamento per il meccanismo, tra cui il Fondo verde per il clima, istituito dall'ONU per aiutare i paesi a sviluppare e attuare le loro strategie climatiche. Il Fondo verde per il clima è alimentato da contributi volontari da parte dei paesi donatori e dalla comunità finanziaria privata.

Oltre al Fondo verde per il clima, ci sono anche altri meccanismi finanziari internazionali che supportano le attività climatiche, tra cui il Programma per lo sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP). Questi meccanismi forniscono finanziamenti e supporto tecnico ai paesi in via di sviluppo per l'attuazione delle loro strategie climatiche e l'adozione di tecnologie a bassa emissione di carbonio. 

Inoltre, ci sono anche iniziative private e pubblico-private che supportano il meccanismo di finanziamento dell'Accordo di Parigi, tra cui i finanziamenti per le energie rinnovabili, la sostenibilità ambientale e la mitigazione del clima: sono tutte strategie importanti per il raggiungimento degli obiettivi climatici a livello globale.

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Sistema di verifica per l'attuazione di impegni climatici

L'Accordo prevede anche la creazione di un sistema di monitoraggio, verifica e reporting per verificare che i paesi stiano effettivamente implementando le loro azioni climatiche e che i progressi siano trasparenti e verificabili. Questo sistema è essenziale per garantire la trasparenza e la responsabilità nell'attuazione degli impegni climatici e, inoltre, aiuta a identificare eventuali lacune nell'implementazione degli stessi e a fornire una base per la cooperazione internazionale nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Il sistema di monitoraggio previsto nell'Accordo di Parigi è un sistema che mira a verificare e monitorare il progresso degli stati nell'adempimento degli obiettivi climatici. Il sistema include la presentazione periodica di Inventari Nazionali delle Emissioni (INE) e di Piani Nazionali di Azione per il Clima (NAP). Questi documenti descrivono le attuali politiche climatiche e le azioni future degli stati, e aiutano a valutare se gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra sono soddisfatti.

In conclusione, si può affermare che il presente accordo rappresenta uno strumento innovativo, largamente condiviso e strategico per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

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