In passato, i termini di pagamento dilazionati nei contratti commerciali erano spesso considerati un evidente campanello d’allarme che indicava la possibilità di continui problemi di flusso di cassa, un passato creditizio negativo o, peggio ancora, un imminente fallimento da parte dell’acquirente. Instaurare collaborazioni commerciali con partner classificati “a rischio”, significava ereditare problemi.
Tuttavia, nell’era post-pandemia, la situazione si è ribaltata, e anche questo, a favore dei grandi acquirenti.
Uno studio del 2023 condotto da Taulia ha rivelato che oltre la metà degli 11.300 fornitori intervistati ha ammesso di aver ricevuto pagamenti in ritardo dai propri clienti. La ricerca prevede inoltre un peggioramento nel 2024 a causa del clima d’incertezza derivante dai conflitti globali e dagli alti tassi di interesse che continueranno a interrompere le catene di approvvigionamento.