La proposta di legge della Commissione UE “introduce un approccio normativo comune per migliorare l’integrità, la trasparenza, la responsabilità, la buona governance e l’indipendenza delle attività di rating ESG, contribuendo alla trasparenza e alla qualità dei rating ESG” e si applica a tutte quelle aziende che forniscono pubblicamente rating ESG all’interno dell’Unione. In sostanza, dovranno dimostrare che le loro valutazioni siano indipendenti da interessi commerciali e non potranno fornire servizi di consulenza, revisione contabile o altri servizi finanziari alle società valutate.
Il regolamento prevede degli obblighi a tutte le persone giuridiche che intendono fornire rating ESG e dovranno attenersi ad una delle seguenti condizioni:
1. Ottenere un’autorizzazione rilasciata dall’ESMA, l’autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Art. 5)
2. Per le aziende registrate in paesi che non fanno parte dell’Unione, ottenere un’autorizzazione equivalente a quella del punto 1 (Art. 9)
3. Ottenere un’autorizzazione per l’approvazione all’utilizzo di un rating ESG di un’azienda registrata fuori dall’Unione (Art. 10)
4. Fino a quando la Commissione non avrà adottato un’autorizzazione equivalente, le aziende con un fatturato inferiore a 12 milioni di euro possono fornire rating ESG di imprese non europee, a condizione che l’ESMA abbia riconosciuto tale provider