Prima di approvare il Green Deal, la Commissione aveva già delineato con la comunicazione “Un pianeta pulito per tutti” gli impegni da sostenere a lungo termine sul clima, quest’ultimi presentati e formalizzati alla XXVI Conferenza delle Parti (COP26), come stabilito dall’Accordo di Parigi.
L’UE inquadra il cambiamento climatico sia come la più grande sfida globale della nostra epoca che come l’opportunità per realizzare un nuovo modello economico con al centro i tre pilastri della sostenibilità: Environmental, Social e Governance.
In merito agli obiettivi climatici, l’UE si impegna a ridurre almeno del 55% le emissioni di gas serra (CO2, CH4, N2O e SF6) entro il 2030 per poi diventare climaticamente neutra nel 2050. Essendo il Green Deal un programma strategico, tra le istituzioni europee è emersa la necessità di rendere questi obiettivi vincolanti con la cosiddetta “legge sul clima”, affinché le politiche dell’Unione contribuiscano al Green Deal e che tutti i settori e istituzioni nazionali e europee ne tengano conto.
In tal modo, si aprono le porte a nuove opportunità connesse tra loro, tra cui:
- Migliorare la nostra salute e benessere
- Creare occupazione e crescita economica
- Contrastare la povertà energetica
- Ridurre la dipendenza energetica da fonti esterne
La transizione green deve passare inesorabilmente dal settore energetico, poiché la produzione e l’uso dell’energia nei diversi settori economici rappresentano il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Unione.
Partendo dalla mobilità sostenibile sono stati delineati degli obiettivi specifici, ovvero:
- ridurre le emissioni del 55% delle automobili e del 50% dei furgoni entro il 2030
- zero emissioni dalle nuove auto dal 2035
- proposta di aumentare la quota minima di carburante sostenibile impiegata nell’aviazione (2% nel 2025, 37% nel 2040 e 85% nel 2050)
Questo si traduce per i settori automotive e dell’aviazione in una trasformazione totale della catena di produzione e di fornitura.
Rimanendo nel settore energetico, un altro tema riguarda la produzione di elettricità: la Commissione propone di portare al 40% la quota di produzione di energia elettrica dell’UE da fonti rinnovabili entro il 2030. Secondo l’ultimo studio pubblicato dalla think tank Ember, nel 2022 tale quota è stata pari al 22% e, per la prima volta, supera sia il gas che il nucleare diventando quindi la prima fonte di produzione di energia elettrica in UE.