Il Bilancio di Sostenibilità e la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)

La riforma della rendicontazione di sostenibilità

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Il Bilancio di Sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità è definito dall'Unione europea come “l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”. Si tratta di un vero e proprio strumento che permette alle aziende di misurare e comunicare ai propri stakeholder le performance in termini di sostenibilità.

Le organizzazioni che redigono un bilancio di sostenibilità vogliono monitorare il proprio impatto ambientale, sociale e finanziario dimostrando di essere responsabili nei confronti dell’ambiente e delle società.

Il bilancio di sostenibilità aiuta le imprese a identificare e stabilire le priorità per costruire le loro strategie di sostenibilità a lungo termine con l’obiettivo di intraprendere azioni mirate per migliorare le performance.

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CSRD: Le principali novità

Per rispondere alle criticità emerse con la direttiva sulla rendicontazione non finanziaria, evidenziate nell’articolo sulla NFDR, nel dicembre 2022 l’Unione Europea ha approvato la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).

Una volta recepita da parte dell’ordinamento nazionale, la direttiva apporterà le seguenti riforme:

  • Dal punto di vista terminologico, la CSRD sostituisce il termine “dichiarazione di carattere non finanziario” - utilizzato dalla NFRD - con la denominazione “rendicontazione aziendale di sostenibilità
  • Aumento graduale del perimetro di applicazione, partendo dalle grandi imprese fino ad arrivare alle PMI quotate (ad eccezione delle micro-entità), agli enti creditizi, alle imprese di assicurazione captive e alle imprese extra-UE;
  • Utilizzo di Standard Europei di Rendicontazione della Sostenibilità (ESRS) elaborati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).

In aggiunta, la nuova direttiva UE richiede:

Come già precedentemente previsto per la NFRD, ci sarà la possibilità di redigere i documenti di sostenibilità anche in maniera volontaria per tutte quelle entità non coperte dall’obbligo, ma sarà comunque necessario che tali documenti vengano sottoposti a revisione da un soggetto abilitato.

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Timing e destinatari

  • 1 gennaio 2024

    Report nel 2025

    Società soggette alla NFRD

  • 1 gennaio 2025

    Report nel 2026

    Società che superano alla data di chiusura del bilancio almeno 2 dei 3 dei seguenti limiti: (1) tot. stato patrimoniale di €20ml (2) ricavi di €40ml (3) numero medio dei dipendenti superiore a 250

  • 1 gennaio 2026

    Report nel 2027

    PMI quotate (ad esclusione delle micro-imprese e con la possibilità di opt-out fino al 2028), enti creditizi piccoli e non complessi e imprese di assicurazione captive

  • 1 gennaio 2028

    Report nel 2028

    Società di Paesi terzi che realizzano ri¬cavi netti delle vendite e delle prestazio¬ni superiori a 150 milioni di euro nell’Ue, se hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nell’Ue che supera determi¬nate soglie.

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Nuovo approccio: doppia materialità

Un ulteriore peculiarità - già inizialmente introdotta dalla DNF - riguarda l’analisi di materialità, ovvero la valutazione delle tematiche che riflettono gli impatti economici, ambientali e sociali più significativi dell’organizzazione e che influenzano in modo sostanziale le valutazioni e le decisioni degli stakeholder. In pratica, questa tipologia di analisi permette di:

  • valutare la relazione tra gli interessi di un’organizzazione e quelli degli stakeholder
  • ordinare i temi di sostenibilità in base alla rilevanza ad essi assegnata
  • individuare le questioni chiave su cui focalizzare l’attività di reporting e la strategia aziendale da perseguire

Nel nuovo contesto normativo, però, viene introdotto il concetto di doppia materialità, ovvero un’estensione significativa del perimetro di informativa: oltre alla valutazione degli impatti delle attività aziendali sull’ambiente e la società (impact materiality), la CSRD aggiunge l’obbligo di comunicare le informazioni su tutte quelle questioni di sostenibilità che possono avere un impatto rilevante sull’impresa, approccio denominato “outside-in”, e valutarne gli effetti finanziari per l’organizzazione (financial materiality).

Con questo nuovo approccio sarà quindi possibile identificare i rischi relativi ai temi ESG e integrarli nella procedura formale e rendicontabile di risk-analysis and management, orientata sia nel breve che nel lungo periodo in relazione agli obiettivi di sostenibilità aziendali prefissati.

Per concludere, con l’ampliamento degli obblighi e dei destinatari, la CSRD renderà necessario adottare delle soluzioni che possano valutare sia le performance ESG che rischi collegati alla sostenibilità per allinearsi al contesto normativo e alle esigenze degli stakeholder.

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